Inizia domani la Settimana Nazionale della Dislessia. Questa prima edizione italiana promossa da AID si inserisce nella cornice dell’European Dyslexia Awareness Week e del sesto anniversario della Legge 170 dell’8 ottobre 2010. A 6 anni dall’approvazione della legge che ha sancito, per la prima volta in Italia, il diritto alle pari opportunità nell’istruzione per i ragazzi con dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, la strada per il riconoscimento dei loro diritti è ancora lunga. Bisogna accorciare i tempi di diagnosi, fare formazione agli insegnanti, incentivare la realizzazione e il rispetto dei Piani Didattici Personalizzati (PDP), concorrere per la concreta realizzazione di tutti i diritti sanciti dalla legge 170/2010, affinché migliaia di bambini e ragazzi in età scolare – oltre il 2% degli studenti della scuola italiana – possano accedere a una didattica più inclusiva, e avere maggiori opportunità di relazione, di crescita personale e professionale, così come per gli studenti universitari e chi si accinge ad entrare nel mondo del lavoro. Questo quanto si legge nella nota che l’Associazione Italiana Dislessia ha diffuso nelle scorse settimane. L’obiettivo è chiaramente quello di puntare i riflettori sui disturbi specifici dell’apprendimento, insomma, un appuntamento importante per sensibilizzare la popolazione e renderla più consapevole. La dislessia in Italia riguarda circa 1.900.000 persone, quindi, si tratta di un disturbo piuttosto diffuso e al quale è importante riservare la giusta attenzione. In occasione della Settimana Nazionale della Dislessia, saranno molte le iniziative volte a far conoscere la dislessia e in generale i DSA. È fondamentale che tutti ci impegniamo diffondendo conoscenza e informazioni. Per maggiori informazioni sul riconoscimento di tali disturbi, ti rimando al mio precedente articolo e per conoscere meglio la normativa vigente ti invito a leggere le slide proposte da Margherita Bissoni, adulta dislessica e membro di AID Giovani.
Diffondiamo conoscenza!
Ho un’amica che ha questo problema con la figlia di sette anni, e a scuola si sono limitati a riconoscere il problema è a parlarne con lei. Si è dovuta sobbarcare le spese per mandare la bambina da una specialista (ci va una volta la settimana) la scuola pubblica non fa nulla in queste situazioni…
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La scuola ha altri obblighi, dal punto di vista clinico è il sistema sanitario nazionale che può sostenerla. Esiste, infatti, la possibilità di ottenere l’assegno di frequenza utile anche a far fronte a necessità simili 😉
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Proverò a dirglielo. Ma immagino non sia facile ottenerlo…
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Se ha una certificazione di DSA è facile invece che gliene riconoscano il diritto. Dovrà rivolgersi al pediatra. Per qualsiasi altra informazione, contattatemi pure. 😉
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