Chi è l’insegnante di sostegno? Quali compiti assolve e quali competenze possiede? La risposta più comune, tra i non addetti ai lavori, descrive un docente dedicato esclusivamente ai portatori di handicap, invece, le normative delineano una figura ben diversa. Il DPR 970 del 1975 all’art. 9 afferma che il personale specializzato non è assegnato agli allievi diversamente abili, ma: “a scuole normali per interventi individualizzati di natura integrativa in favore della generalità degli alunni e in particolare di quelli che presentano specifiche difficoltà di apprendimento”. La Legge 104/1992 all’art. 13 dichiara: “Gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei collegi dei docenti”. L’insegnante di sostegno è promotore della cultura dell’inclusione, contitolare della classe, ha il compito di progettare per programmare e compiere azioni formative mirate per favorire un’educazione inclusiva e la riduzione dell’handicap. Il bambino è al centro di tutto il progetto e tutto ruota intorno a lui; il docente di sostegno è un facilitatore dell’apprendimento. Deve essere in grado di portare avanti un lavoro condiviso, con tutte le figure professionali e le risorse che sostengono l’integrazione degli alunni con disabilità. Ha un compito delicatissimo per il quale è opportuno possedere qualità e competenze specifiche: pedagogico-didattiche, metodologiche, legislative, organizzative, relazionali, comunicative. A mio parere, le capacità relazionali sono le più importanti, perché è nelle relazioni che si mette in gioco il significato di ciò che si sta facendo a scuola, tutti insieme in quel luogo, e la cura delle proprie abilità personali non può essere considerata una opzionalità, ma è parte dello sviluppo della professionalità di ciascun docente. La competenza relazionale si esplica nel e con il gruppo degli allievi, ma anche del team docenti. Senza relazione non c’è nessun apprendimento. Nessun apprendimento nessun cambiamento, né miglioramento. Il ruolo del docente di sostegno, però, nelle nostre scuole incontra più difficoltà di quante ne possiamo immaginare. Ad esempio, la precarietà della figura e l’intermittenza dell’intervento, a causa di incarichi in sedi sempre diverse, impediscono il consolidamento dei metodi e delle relazioni, oppure, la prassi abbastanza consolidata della “sostituzione” dei docenti curricolari in caso di assenza, altera l’integrità del ruolo, compromettendone identità e continuità didattica. La scuola e i suoi attori affrontano ogni giorno imprese notevoli e sappiamo bene che spesso i docenti riescono nel miracolo nonostante gli scarsi mezzi a disposizione. Il segreto è, come spesso ho visto, la rete, la relazione, il supporto che i tutti i membri della rete virtuosa possono scambiarsi reciprocamente, a prescindere dal contesto legislativo e sociale. È, quindi, in queste abilità che si riassumono i compiti e le competenze dei docenti di sostegno, il vero plusvalore della comunità scolastica.
Nella didattica, l’insegnante di sostegno risulta una delle figure piu’importanti per la formazione degli scolari con problemi di apprendimento.
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